Avrei voluto chiamare questo Blog, "Iniziando a camminare" ma poi riflettendo qualche istante in più ho creduto limitativo, per me e per quelli che ho incontrato lungo la mia vita, utilizzare quel nome.
Ho iniziato a camminare molti anni fa, con amici diversi e diverse canzoni.
Ora il tempo è passato e continua a passare ed io posso solo dire e sperare di continuare a camminare, per diverse strade e con diverse canzoni.
Buona lettura.

mercoledì 26 marzo 2008

L'attesa

Giocando a riflettere sulle situazioni che nel bene e nel male ci tocca assaporare nella vita mi imbatto, ora più che mai, nel concetto (da me irrisolto) dell'Attesa.

"L'attesa attenua le passioni mediocri e aumenta le grandi" (François de la Rochefoucauld)

Di primo acchito non posso che essere d'accordo ma ciò significa che l'attesa celi in se qualcosa di positivo, di unico.
Significa che senza attesa le passioni diventano semplici o pure transazioni umane.
Sono in parte d'accordo.
Essere qui seduto su una sedia e pensare al domani, ad un incontro ad un caffè bevuto mentre il mare solfeggia il suo dolce canto mi da gioia; sicuramente l'attesa (in questo momento) altro non è che un piacere.
Ma è questo il solo significato di essa?
Vorrei che fosse così, ma poi mi chiedo se questo tempo che passo fermo ad aspettare sia da definire tempo vissuto o meno.
Sono seduto da due giorni, studiando qua e la nei momenti di pausa che mi prendo dal mio fantasticare e questo significa "dolce attesa"?
Ma poi mi ripeto che l'attesa non deve avere un retrogusto dolce o amaro, l'attesa è un mezzo, un purgatorio (dolorosa ma necessaria condizione di purificazione), l'attesa non può essere giudicata ne tanto meno può essere giudicato il suo lavoro.
Cosa dire allora...

Thomas Mann
diceva:

"Si dice che l'attesa sia lunga, noiosa. Ma è in realtà, breve, poiché inghiotte quantità di tempo senza che vengano vissute le ore che passano e senza utilizzarle".

Questo suo essere breve è positivo o negativo? L'attesa fa scorrere il tempo veloce, troppo veloce.
E pensare che domani mi sembra così lontano.
Ecco, dunque, l'Attesa mi induce a contraddizioni, mi fa capire che non conosco il suo significato più profondo.
Una virtù dei forti, dei Santi, degli uomini saggi.
Il mio millennio che tanto amo e tanto odio mi lascia trascurare spesso questa virtù, ed ora, solo, mentre il mare continua con il suo sbattere incontrastato di ali al vento, penso che sia giusto cercare di assaporare questi momenti.
Ascoltare l'attesa e ridisegnare la Pazienza che sbiadisce lentamente nel mio io.


"Chi non ha pazienza non ha niente" (Detto popolare, A. Incognito)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Hi walter
how are yo,this holiday i went to Spain,and you ,where did you go++
sometimes i also check this page and it is very niceªª`
bueno,pasalo bien,see you Tokiko

Walter ha detto...

Hi Tokiko!
I'm fine Thank you!
This holiday i went to Puglia and Basilicata (south Italy)..
I went to Barcelona 2 years ago. It's very Beautiful.

A presto

Ciao ciao

こんにちは
Walter

Unknown ha detto...

Scrivo di segiuito le parole con le quali Roland barthes descrive l'attesa dell'innamorato (so che non è in tema col tuo intervento, di carattere generale, ma quando si aspetta qualcosa di preciso, o qualcuno... l'attesa assume significati più pregnanti).


ATTESA - tumulto d'angoscia suscitato dall'attesa dell'essere amato in seguito a piccolissimi ritardi (appuntamenti, telefonate, lettere, ritorni)…

“Sono innamorato? – Si, poiché sto aspettando”. L'altro, invece non aspetta mai. Talvolta, ho voglia di giocare a quello che non aspetta; cerco allora di tenermi occupato, di arrivare in ritardo; ma a questo gioco, io perdo sempre: qualunque cosa io faccia, mi ritrovo sempre sfaccendato, esatto, o per meglio dire in anticipo. La fatale identità dell'innamorato non è altro che: io sono quello che aspetta.

Curiosa questa interpretazione, ma così maledettamente realistica..mi chiedo come mai dello stato "innamorato innamorato in attesa dell'innamorato" Barthes metta in evidenza la situazione di sottomissione ed inadeguatezza, come mai punti l'attenzione sullo svantaggio dell'essere innamorati, come se fosse scontato che se si è innamorati, lo si è sempre di qualcuno che non ti ama mai allo stesso modo, nè di più, ma sempre un po' di meno di quanto lo ami tu. Non ci avevo mai pensato, forse perchè nella mia ingenuità l'attesa ha sempre una fine positiva, è una tensione che si risolve nella fine dell'attesa, prima o poi, e quando avviene, la felicità che ne deriva cancella tutta l'angoscia dell'attesa precedente.
Forse, però,l'attesa ti toglie comunque qualcosa.. che la felicità della sua fine non può restituirti...

Chiara